Mi sento di dire che, visto il radicamento della bicicletta in Italia, tutti ci possiamo dire amatori, per questo bisogna capitalizzare e valorizzare un movimento le cui valenze sono prima che sportive, di carattere sociale e culturale.”
“Siamo in una situazione in cui la bicicletta è di grande attualità – ha detto il presidente della FCI Renato Di Rocco –. Mi piace ricordare come la bicicletta sia come una matita, in grado di ridisegnare le nostre città e il nostro modo di viverle. Dal 2005 ad oggi tanto è stato fatto su aspetti fondamentali come la sicurezza e la salute, ma ancora tanto c’è da fare e per questo ringrazio la Polizia di Stato e Roberto Sgalla in particolare per l’attenzione che pongono, convintamente e non solo per passione, sulla necessità di migliorare ogni giorni la sicurezza dei ciclisti e di chi utilizza la bicicletta. Da un anno abbiamo aggiunto a questi aspetti anche il tema dell’etica, per un settore, quello amatoriale, che però non deve essere demonizzato. Sono contento di rilevare come le buone pratiche messe in atto dalla FCI siano diventate punto di riferimento all’estero, in paesi in cui la pratica amatoriale viene realizzata con minore pressione e dove si privilegia l’aspetto turistico. Al punto che, mentre noi guardiamo a quei modelli, da raggiungere anche dal punto di vista economico, loro guardano il nostro per quanto riguarda la normativa per ridurre l’esasperazione agonistica.
Il mondo amatoriale – ha concluso il presidente Di Rocco - può contribuire alla crescita di tutte le componenti del ciclismo, a cominciare da quella giovanile. Per farlo, però, non possono esserci imposizioni: ogni singolo amatore deve convincersi di essere al centro di un sistema.”
Dopo i saluti si è entrato nel vivo dei lavori con l’intervento di Gianluca Santilli, responsabile del Settore Amatoriale. Nella sua introduzione ha offerto alcune suggestioni che hanno rappresentato lo sfondo sul quale sono poi seguiti i lavori.
“Il Mondo amatoriale – ha detto Santilli - è il mondo degli appassionati di ciclismo, ovvero dei primi testimonial di un sport che significa ambiente, salute, prevenzione, ecologia, economia. Soprattutto economia, mi piace partire dal seguente dato: 200 MLD di euro in Europa girano attorno a quelli che pedalano, questo significa che noi appassionati possiamo smuovere in modo sano l’economia, attraverso gli eventi e attraverso la pratica quotidiana.
Questi Stati Generali hanno l’obiettivo, oggi come in futuro, di ragionare su tutte le componenti che partecipano alla realizzazione della pratica amatoriale e far in modo che queste dialoghino tra loro per un’attività sempre più consapevole e rispettosa del corretto spirito sportivo.”
L’incontro è stato anche l'occasione per stilare
un bilancio del primo anno di vita della nuova
normativa, entrata in vigore nel 2014 e che ha posto
l’attenzione soprattutto sulla valorizzazione
dell’etica sportiva, come hanno confermato diversi
interventi.
Tra questi da segnalare quello di Roberto Sgalla,
Direttore Centrale per la Polizia Stradale, che ha
portato alcuni dati sugli incidenti stradali,
illustrando il progetto Icaro e in particolare il
vademecum del ciclista “A Bi Ci”, pubblicato da poco
e che ha già riscosso in successo, scaricabile anche
dal sito federale (link).
Al confronto hanno partecipato tutti i soggetti interessati all’attività amatoriale: Giudici di Gara, Enti di promozione sportiva facenti parte della Consulta del ciclismo, organizzatori, Assofondo, Organi di giustizia sportiva e antidoping, medici, società di cronometraggio, associazioni sportive e ovviamente gli amatori praticanti.
Ufficio Stampa Fci