LA SEMINA E GLI INFESTANTI

17/01/2013 di G. Brancaccio

Uso la metafora della lotta del contadino contro le erbe, le piante e i parassiti infestanti, i soggetti che da sempre si confrontano con   la necessità di trovare  soluzioni  per il contenimento e la progressiva eliminazione dei fenomeni di cui tutti i coltivatori farebbero a meno e che permetterebbero di dedicare tempo e danaro a rendere migliore la produzione scegliendo tra le specie e le sementi più idonee.

Per fare un parallelo con il "nostro" ciclismo amatoriale dobbiamo riferirci sempre e solo alle notizie ma sopratutto ai documenti , si perché a volte le notizie sono solo buoni propositi ma poi i documenti dicono altro.

Ci eravamo lasciati con l'ultimo verbale della consulta del dicembre 2012, un verbale che aveva fatto intravedere qualche speranza che si fosse finalmente trovata la chiave di volta verso la normalizzazione del sistema, una volta pianificata  una base comune sotto il profilo assicurativo (che nel frattempo è diventata legge), si trattava di superare il grosso scalino costituito dalle restrizioni alla partecipazione messa in atto da alcuni comitati provinciali di EPS; il tempo dedicato dai membri della consulta a questo argomento è stato quasi totale per tutto il 2012 ed ha tolto preziose energie ad altri argomenti che meriterebbero di essere affrontati al più presto.

A tale proposito vorrei far presente al lettore che per ogni riunione della consulta si deve approntare un ordine del giorno, successivamente avviene la convocazione delle riunioni che, stando agli atti, si svolgono quasi sempre a Roma o a Bologna e che, approfondendo meglio, scopriamo che una riunione in genere consta non più di 3 ore utili, tutto il resto del tempo serve ai titolari per la trasferta andata e ritorno. Scrivo questo per spiegare meglio lo stato d'animo in cui viene a trovarsi un delegato quando medita su ciò che sta facendo e si accorge che tutto questo trambusto porta a piccolissimi passi verso il miglioramento del sistema, esattamente come si trova un coltivatore che deve accudire le sue pianticelle per cercare di salvarle dagli infestanti e dai parassiti, si studiano quindi strategie idonee e condivise, ma si rischia anche che uno si stufi di combattere per battaglie troppo lunghe.

Dalle esperienze passate e dalle nuovissime sembrerebbe che il povero contadino abbia ancora a che fare con delle "zone" in cui le sue cure non hanno effetto oppure  vengono eseguite da suoi incaricati in modo approssimativo o infedele, nei fatti alcuni infestanti non reagiscono al trattamento, così come i parassiti continuano indisturbati a perpetrare il loro danno.

A quel punto si deve decidere, o si abbandona la zona dichiarandola NON FERTILE o si continua ad investire  tempo e soldi per cercare di recuperarla; a quel punto servirebbe una verifica seria da fare preventivamente  ad ogni  decisione definitiva, una verifica sulle qualità e la capacità dell'addetto alla zona, non si può buttare all'aria il lavoro già fatto  disperdendo  risorse solo per incapacità singole, una volta fatta questa verifica si deve procedere senza indugi,  rendendo inoffensivo il soggetto affinché  non vada a danneggiare anche altre colture.

Tornando al nostro settore, non si può mettere in dubbio la buona volontà degli enti che, per tramite dei loro rappresentanti, vanno a discutere in consulta senza preconcetti, bisogna però fare in modo che i rappresentanti rappresentino effettivamente la maggioranza o l'unanimità dei propri associati, se così non è non ha senso continuare a perdere tempo per deliberare qualcosa che non viene recepito o che è impossibile gestire, quando capita è opportuno e urgente: estromettere sistematicamente, radiare o comunque sanzionare dal proprio EPS , prendendo un provvedimento efficace verso la persona e facendolo  in modo che a risentirne  non debba essere il sistema, non è possibile che un ristretto numero di personaggi disturbi la serenità dell'ambiente, se eccezioni ci possono essere ed essere tollerate e condivisedevono essere sancite dall'insieme degli EPS, altrimenti a che servono le regole comuni? ne va della credibilità stessa del ruolo della  consulta.

Chiaro che quando si parla di consulta non si parla di UDACE ma di ACSI; ACSI deve semplicemente mettere in atto ciò che si è impegnata a fare, senza tentennamenti o compromessi,  deve evitare di porgere il fianco alle ambiguità che un sistema promiscuo può generare, non è infatti possibile che i rappresentanti provinciali ACSI siano gli stessi di UDACE oltre un ragionevole minimo periodo di revisione gestionale, un conto è la gestione tecnica e altro è la gestione politico-amministrativa che deve essere univoca e sancita  delle scelte democratiche degli affiliati,  oltretutto questo è anche previsto da tutti gli statuti di enti riconosciuti.

Tutti ci aspettavamo di capire quali fossero i motivi per cui UDACE volesse mantenersi operativa, motivi ce ne sono sicuramente tanti ma non può esistere che Udace speri di utilizzare la copertura ACSI per tornare a fare ciò che ha sempre fatto alla faccia di tutti e di tutto, non ci deve essere commistione tra l'EPS e la libera associazione se non limitata al solo utilizzo di persone e mezzi tecnici.

Ci sono, in caso di organizzazione al di fuori dell'ordinamento sportivo(libere associazioni non riconosciute dal CONI) altri aspetti burocratici, legali e fiscali  che andrebbero considerati, ma questi sono aspetti che riguardano sempre e solo i presidenti di ASD che si vogliono imbarcare in queste avventure , se la vedano loro non è affar nostro, chi è causa del suo mal pianga se stesso, noi dobbiamo solo evitare di frequentare, non ci è dato sapere  se ACSI è consapevole e tollera  tutto questo, si spera vivamente che  si impegni con i fatti nell'intervenire in  ogni tipo di commistione;  sulla carta lo ha già fatto ora staremo a vedere nei fatti. Se mai UDACE riuscisse a mettere in pratica  l'organizzazione di gare sotto la sua egida di "libera associazione", anche se con tanto di polizza assicurativa, deve essere ben chiaro che non potrà far partecipare(quantomeno formalmente) i tesserati con tessera ACSI e di nessun altro EPS, dovranno tutti essere dotati di tessera UDACE ed ecco che qui entra in scena il "giochino" su cui ACSI, e tutti gli EPS  dovrebbero vigilare attentamente. In ogni caso, prendendo ad esempio cosa si vorrebbe far succedere a Novara, troviamo ASD che parrebbe vogliano organizzare gare sotto le due diverse egide, avranno dei loro motivi sacrosanti ma sarebbe bello poterlo conoscere, di certo la cosa sembrerebbe fatta ad arte per creare problemi al responsabile ACSI, il quale si troverebbe presidenti di ASD e presidente di comitato nella duplice veste di organizzatore ACSI e Udace, qualcosa che aiuta a ingenerare la commistione sulla quale anche il CONI si è chiaramente espresso e sulla quale è opportuno che l'avv. Borgna si soffermi, se ACSI e UDACE devono operare in modo distinto e trasparente serve, al più presto, un intervento chiarificatore con i diretti interessati  altrimenti si finisce con il mandare in fumo tutti i progressi fatti. Udace non può servirsi dello scudo offerto da ACSI per continuare ad operare come ha sempre fatto in precedenza, Udace è una libera associazione che ha scelto di stare fuori dall'ordinamento sportivo italiano, quindi è imperativo che ACSI, così come fece CSAIn nel 2011 , non permetta a nessuno di mettere a repentaglio il suo stesso essere e la sua esistenza come EPS  riconosciuto lasciandosi trascinare in questi esercizi funambolici senza che non esista motivo apparente che consenta di comprenderne la reale necessità. Se la maggior parte dei comitati italiani queste cose le ha recepite e si sta adeguando, non bisogna lasciare che ristrette minoranze locali possano interferire sul buon esito dei lavori fin qui portati avanti con notevoli investimenti in termini di tempo e con tanta ..tanta..pazienza. Intanto ACSI faccia la sua parte, dietro arriverà anche qualcun altro a dare una mano ed il colpo di grazia per debellare gli infestanti, alla fin fine queste "erbacce" si possono contare al massimo con due mani e sono tutti abbastanza localizzati e localizzabili, non ci vorrà molto, come ho già avuto modo di scrivere in passato, è solo una questione di tempo! La libertà altrui finisce dove inizia la vostra, sempre che la si  voglia pretendere  in un contesto di leggi e di regole, non con estemporanei espedienti.

Conclusione. la situazione è tutt'altro che chiara, a chi mi ha chiesto consiglio ho suggerito le solite cose, aspetta gli eventi e affiliati ad altri EPS (a tua scelta) almeno per questo 2013, fai sempre in tempo a tornare all'ovile se ACSI si dimostrerà all'altezza degli  impegni assunti, ma sopratutto non organizzare gare, se proprio vuoi stare in ACSI perché  ti fidi o sei comodo, prendi le distanze da tutto ciò che è UDACE, organizza solo gare aperte a tutti sotto egida ACSI ed in tal caso l'organo ufficiale dovrà essere  il nuovo sito ACSIciclismo.

Segue la documentazione a cui fa riferimento il testo(tutto materiale pubblico reperibile sul web), leggete attentamente anche voi e tirate le vostre conclusioni personali, qui c'è scritto tutto, non si tratta di aria fritta, sta a tutti noi fare in modo che qualcuno non possa  trasformare in "aria fritta" tutti i sacrifici e gli abusi subiti nel 2012, se desideri la "LIBERA CIRCOLAZIONE DEL CICLOAMATORE" fai anche tu la tua parte, non stare a guardare, dichiara ad alta voce la tua scelta e sii coerente dando, quantomeno, una mano alla dirigenza ACSI se deciderà di fare sul serio!