CICLISMO AMATORIALE MILANESE E LOMBARDO 2013

LE PROSPETTIVE E LA SITUAZIONE

10/01/2013

Sta per iniziare una nuova stagione amatoriale e vorrei sottoporre al lettore una personalissima visione della situazione che si basa su dati di fatto oggettivi e da sensazioni derivanti dai numerosi contatti avuti con dirigenti di federazione ed enti ad ogni livello, non ultimi i presidenti di ASD, organizzatori  e anche dei praticanti.

Prima di iniziare è necessario fare alcune precisazioni, il mio personale punto di osservazione è dedicato a tutte le gare ciclistiche che si svolgono su strada con un cartello di inizio gara davanti ed uno di fine gara in chiusura, le altre manifestazioni, del tipo : Gran Fondo, Randonnée, Ciclocross, MTB, pista  e quant'altro,  ritengo abbiano pari dignità delle altre ma hanno regolamentazioni "particolari" che le rendono meno interessanti per l'argomento di cui vorrei trattare. Una gara su strada di tipo convenzionale ha regole e leggi comuni a cui ottemperare  indipendentemente dalla categoria; regole alle quali un organizzatore deve attenersi ed autorizzazioni che vengono rilasciate con gli stessi criteri dagli stessi uffici. Non vorrei essere frainteso, ritengo che una gara su strada classica sia il punto di riferimento di chi si avvicina al ciclismo, sia in età giovanile che in età adulta, le altre discipline hanno 1000 ragioni di esistere e dovrebbero essere persino incentivate per fornire all'utenza un'ampia scelta in funzione delle proprie attitudini e preferenze.

Ciò premesso vorrei esaminare la situazione amatoriale con particolare riferimento alla zona Milano e Monza Brianza ma che in generale credo sia comune anche nelle altre provincie lombarde, non  mi sbilancio sull'intero territorio nazionale perché mi è abbastanza chiaro che ci sono tante realtà locali in cui i "nostri" parametri non sarebbero utilizzabili, quindi meglio stare su dati tangibili e con possibilità di verifica diretta.

Come tutti gli addetti ai lavori sanno, il 2012 è stato un anno da dimenticare per gli appassionati cicloamatori di ogni ente, non starò a ripetere le solite cose ma l'associazione UDACE, già aderente allo CSAIn ha intrapreso un nuovo cammino aderendo ad ACSIACSI (evidentemente  auspicando condizioni ormai  superate da nuove normative), un evento che poteva essere gestito meglio e che invece è stato sicuramente mal gestito e che ha creato tutta una serie di interventi da parte della  Consulta e del CONI , interventi che come effetto finale ha avuto una ricaduta solo sui praticanti e sugli organizzatori TUTTI. Un 2012 che tra una riunione e l'altra si è trascinato fino alla fine in qualche maniera, alle conclusioni in cui si è arrivati oggi, senza improvvisazione, senza preclusioni e senza preconcetti, ci si poteva tranquillamente arrivare ad inizio 2012, ma ormai è acqua passata c'è solo da sperare che le "invenzioni" siano cessate e che si torni tutti sul piano della vera collaborazione costruttiva, insomma,  un anno il 2012, in cui si dovrebbe essere cresciuti  alla luce delle esperienze in cui si  è fatto tesoro delle esperienze in modo da presentarsi al via con le carte in regola e con le idee chiare sul da farsi.

Per arrivare ai fatti, oggi parrebbe che :

FCI,

in Lombardia, per il personale interesse di due presidenti provinciali che hanno finalmente compreso le possibilità offerte dal settore e la responsabilità personale verso i loro stessi tesserati, si è iniziata una campagna mirata a sviluppare l'attività organizzativa, con qualche incentivo regionale e con l'aiuto importantissimo di alcuni sponsor, si è dato vita ad un calendario che dopo anni e anni di abbandono è servito a riproporre interesse verso il settore. Nel corso del 2013 questa attività continuerà e si amplierà con l'adesione di nuove provincie, tutto questo però, a mio modesto avviso,  sta avvenendo al di fuori della gestione strategica regionale, se ne è parlato tanto e si sono evidenziati dei timidi  spiragli che lasciano ben sperare, ma è importante che si arrivi, anche a breve termine. Il 2013 porterà certamente anche nuove affiliazioni, nuovi tesserati e anche nuove gare, bisognerà stare molto attenti a non scambiare questi arrivi come un riconoscimento al merito, si tratterà solo di uno spostamento fisiologico legato alle vicende 2012 in cui i soggetti migranti puntano , per ora, solo a mettersi dalla parte del diritto senza sorprese. Spero che finalmente si arrivi a constatare l'importanza vitale, per il sistema amatoriale federale, a comprendere che  chi si deve occupare di loro deve essere gente che proviene da quel mondo; oggi le iniziative dei singoli rischiano di incagliarsi nel momento in cui la burocrazia interna preveda che certe questioni  finiscano sullo stesso tavolo creato per gestire l'attività giovanile agonistica e che quindi  ha giustamente la priorità istituzionale assoluta in ogni federazione. Le norme esistenti si possono anche cambiare per adeguarle al settore ( o mercato che dir si voglia)e se è vero che esiste la possibilità di gestire delle "piccole autonomie locali regionali" è arrivato il momento di utilizzarle, almeno per la nostra regione. Se gli enti di promozione hanno trovato un così esponenziale sviluppo anche nel settore ciclistico lo si deve essenzialmente all'assenza della federazione e/o ai palesi vincoli istituzionali interni. Questa è una decisione importante che FCI dovrà prendere, non si può puntare sull'incremento di affiliazioni e tesserati puntando tutto solo sull'attività di Gran Fondo. Il 2013 servirà a consolidare l'attività svolta nel 2012 e a mettere a punto delle proposte concrete affinché certe pregiudiziali e certi dogmi vengano smussati. Tutto ciò negli ultimi mesi è stato  accantonato  dalle elezioni ,  in ogni caso andranno prese in mano con i nuovi consigli direttivi che avranno 4 anni di tempo per verificare e decidere  se esiste, una via d'uscita.

ACSI,

è una delle realtà potenzialmente operative da subito, le uniche remore riguardano il fatto che, al momento, tutto il sistema sta utilizzando le stesse persone ex UDACE, il che, di per se stesso, potrebbe non essere assolutamente un handicap, anzi, al contrario, l'esperienza e le capacità di queste persone ha fatto la storia del ciclismo amatoriale tanto da essere diventato, specie da noi,  sinonimo di amatorismo, resta quindi da vedere se, dall'interno, si riuscirà a resettare tutte le personalizzazioni locali vissute nel recente passato e si riesca a far diventare ACSI sinonimo di calendario folto e condiviso così come oggi sta scritto con buoni propositi negli atti ufficiali. Udace per l'ordinamento sportivo italiano non esiste e non è mai esistito, si tratta solo di una  associazione privata ma che nulla ha a che vedere con l'argomento di cui stiamo parlando. Ammesso e non concesso che qualcuno darà loro l'autorizzazione allo svolgimento di manifestazioni, deve essere chiaro a tutti che i tesserati degli organismi in  consulta non vi potranno partecipare.

CSAIn,

 una nuova opportunità per il sistema amatoriale lombardo, nel corso del 2012 ha superato le più rosee previsioni  in quanto ad affiliazioni e tesseramento su base nazionale, ma attraversa ancora il periodo di riorganizzazione, come si ricorderà l'EPS ha ripreso l'attività ciclistica amatoriale in proprio dopo che per decenni, fino al dicembre 2011, era gestita integralmente dal sistema  Udace. Nella nostra regione, nel 2012 era presente con l'attività legata a Valter Mariotti e nell'eccellente comitato Lodigiano presieduto da Ivan Cerioli; dal 2013 esce Valter Mariotti ed arriva Luigi Mambretti (ex UDACE) unitamente ad altri responsabili provinciali che, a loro volta, stanno lentamente sforzandosi di creare una struttura idonea alle necessità. Al momento in cui scriviamo non abbiamo ancora riferimenti di nuove ASD o nuove gare, sappiamo solo che è in corso un febbrile lavoro di informazione e di collaborazione con le altre realtà CSAIN di altre provincie e regioni.

ASI,

già operativa nel settore handbike e nel fuoristrada con gare di nicchia in specialità nuovissime ideate negli stati uniti, nel 2013sarà presente in Lombardia nelle gare organizzate dal gruppo Mariotti, in particolare quelle della challenge denominata "Giroingiro", una challenge aperta a tutti con un regolamento condiviso tra i partecipanti e che richiede l'iscrizione ad inizio anno.

ALTRI ENTI,

sappiamo che in Lombardia operano anche ACLI, CSI, UISP, ma sulla reale consistenza non abbiamo riferimenti, si tratta al momento di zone molto localizzate rispondenti ad esigenze territoriali.

Di tutto ciò potremo riparlare al momento in cui prenderà vita l'ipotizzata nuova Consulta Territoriale Lombarda, solo allora si potrà fare la conta di tutte le realtà presenti e i relativi raggi d'azione.

Conclusione,

 il mondo amatoriale è l'unico che può vivere con i propri mezzi, la federazione ha una propria gestione economica unica che la rende poco o per nulla competitiva se ci riferisce a ciò che può fare un EPS; un EPS ha centinaia di migliaia di associati multi disciplina  mentre la federazione ha poco più di centomila tesserati complessivi, è chiaro che il numero su cui spalmare le spese è quindi molto ridotto e per di più ci sono i compiti istituzionali con le varie nazionali, quindi, l'apporto del sistema amatoriale alla fine confluisce nello stesso pentolone di tutto il resto ed aiuta sicuramente. Udace ha sempre contestato a FCI e agli EPS il sostentamento con  finanziamenti pubblici da parte del CONI, ebbene, se Udace è sopravvissuta per oltre mezzo secolo senza aiuto e addirittura risparmiando e accantonando parecchio, si capisce che l'impresa non è impossibile, basterebbe non distrarre dal ciclismo amatoriale i quattrini raccolti al suo interno.

Gli amatori e le società amatoriali sono abituati a vivere dei loro quattrini, sono loro che si autofinanziano l'attività tutto l'indotto, per tale motivo desidererebbero che si tenesse conto di tutto ciò e che tutti gli EPS e la FCI facessero in modo da facilitare la loro libera scelta e che si adoperassero per farli gareggiare in sicurezza ovunque; una volta fissato questo caposaldo ideologico tutto il resto verrà da se, ciascuno farà i propri conti e proporrà i propri costi e le modalità operative, solo così un cicloamatore e le asd potranno decidere liberamente a chi portare il proprio contributo, una volta scelto l'ente di riferimento la partita volgerà solo  verso le scelte tecniche: percorso, vicinanza, qualità, condizioni meteo, etc..

Per il momento sembra che il 2013 nasca sotto buoni auspici, la situazione è ancora tutta da verificare ma ci sono tanti buoni propositi, ogni anno che passa le nuove generazioni avanzano, i giovani dovrebbero avere meno preconcetti di chi li ha preceduti, quindi non sembra azzardato sperare.

BUONE PEDALATE E BUON DIVERTIMENTO A TUTTI