Intervista a Ivano Soletti |
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24/04/2019 |
pagina a cura di davide Brancaccio |
1)
fai una breve descrizione di te
stesso: nome , cognome, età, residenza, stato civile, professione, stato
civile, sport praticati e a che livello
2)
Com’era iniziata la tua
stagione sportiva prima dell’arrivo del virus?
3)
Avevi programmato la stagione
per qualche traguardo specifico?
4)
Sei stato toccato
dall’infezione o da altro acciacco grave? Se si com’è evoluta la tua
malattia?
5)
La tua professione ha subito
conseguenze?
6)
I tuoi allenamenti hanno subito
modifiche ?
7)
Consideri persa la stagione
sportiva?
8)
Hai avuto problemi in famiglia
o tra i tuoi parenti che in qualche modo ti hanno condizionato?
9)
Cosa ti è mancato di più in
questo periodo?
10)
Pensi che la tua attività
fisica e il tuo stato di salute ti abbaino aiutato a superare indenne
psicologicamente questa situazione?
11)
Potendo, cosa rimproveri o
suggerisci a chi ha gestito tutti i provvedimenti adottati?
12)
Questa pandemia ti ha fatto
meditare su quanto successo ? hai tratto qualche insegnamento?
13)
Hai fatto un uso maggiorato
degli strumenti informatici per mantenere contatti e/o per lavoro? |
Buonasera sono
Ivano Soletti ho 64 anni ed abito a Bonate Sopra in provincia di Bergamo
e sono sposato con Mary che è la mia prima tifosa oltre che essere la
mia Team Manager.
Dico così perché pratico ciclismo a livello agonistico fin
da quando ero bambino. Per me andare in bici è diventata una
necessità irrinunciabile per non dire una droga. È un anno che sono
in pensione e finalmente riesco a dedicarmi con più tempo e
tranquillità al mio sport preferito. Pensate che prima per potermi
allenare, andavo al lavoro in bicicletta con il buio e con il
freddo anche nel periodo invernale.
Quest'anno ero riuscito a fare una ottima preparazione
invernale con un bel risultato al debutto stagionale nella gara di
Brembate Sopra conquistando un onorevole secondo posto. Poi questo
maledetto virus ha bloccato tutto. Non solo l'attività sportiva e
lavorativa ma anche tutte le attività sociali,isolando ognuno di noi
da amici e parenti.
Per quanto riguarda l'attività ciclistica avevo anche
quest'anno deciso di puntare sulle Granfondo ed ai Campionati
Italiani strada e mi ero già iscritto ad una decina di granfondo ma
ormai tutto è stato annullato e penso che quest'anno difficilmente
si riuscirà a gareggiare. Spero soltanto che presto,con il nuovo
decreto,ci diano la possibilità di allenarci,anche se in solitaria
anche perché il problema più importante è la salute.
Infatti il coronavirus nella bergamasca ha colpito veramente
duro ed anche io purtroppo ho perso un cugino per questa pandemia.
Ritornando al problema del blocco dell'attività sportiva,
personalmente non lo ritengo giusto che ci abbiano vietato gli
allenamenti individuali in quanto non saremmo stati causa di alcun
contagio,ne per altri ne per noi stessi.
Quello che mi amareggia di più però è il fatto di essere
stati considerati ingiustamente gli untori di questo virus e peggio
ancora mi ha sorpreso negativamente l'atteggiamento di noi ciclisti
stessi che ci facevamo guerra nel localizzare e inveire con chiunque
si trovava in bici. Da questo io mi sono subito dissociato. È stata
veramente una pagina penosa che non ha fatto altro che
penalizzarci.
Nel cercare di trovare qualcosa di positivo da questa
situazione, posso dire che ho svolto delle attività che non avrei
fatto,come fare manutenzioni e lavori a casa. Con le video
conferenze ho partecipato con mia nipotina a lezioni di prima
elementare oltre che a sedute di ginnastica. Ora però spero che
presto si ritorni alla normalità anche se sarà dura e dovremo
cambiare un po' il nostro modello di vita.
Un saluto a tutti i ciclisti e buone future pedalate.
Ivano Soletti
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