Sicurezza stradale, un argomento spinoso per il quale serve molta coscienza e conoscenza, un pensiero che cerchiamo di allontanare, ma c

on il quale dobbiamo necessariamente fare i conti. “Gli indici di mortalità per categoria continuano a evidenziare i rischi più elevati per gli utenti “vulnerabili”, che rappresentano quasi il 50% dei morti sulle strade: infatti l’indice di mortalità per i pedoni, pari a 2,93 morti ogni 100 investimenti, è più di quattro volte superiore di quello degli occupanti di autovetture (0,66), mentre il valore dell’indice riferito a motociclisti e ciclisti è circa il doppio” .

Come ha sottolineato Marco Scarponi, ospite insieme a Ivan Basso e Gianni Bugno alla serata promossa dal Comune di Gallarate alla presenza del sindaco Andrea Cassani e dall’assessore alla sicurezza Francesca Caruso, “Nel  2018, 2018 morire sulla strada è inaccettabile. Non si può morire sulla strada […] Ciò che avviene non è un incidente, un incidente fa pensare al destino, il destino vuol dire scusa, inerzia. C’è una causa sempre dietro, spesso c’è l’alcool, la droga, spesso c’è la distrazione”.

Allora quale soluzione adottare per ridurre le vittime tra i ciclisti? Le piste ciclabili sono la soluzione

Radicale la posizione di Gianni Bugno che afferma provocatoriamente che lui non va più in bicicletta, puntando il dito sulla distrazione, primo vero killer stradale: “Chi rispetta il ciclista? Nessuno, tutti quanti con il cellulare. Se non è il cellulare è l’autoradio. Se non è l’autoradio è il navigatore, che ci distraggono. Questa è la vera problematica del ciclista. Per questo io non vado in bicicletta”. Un Bugno amareggiato e incredulo per la bocciatura da parte del Senato del cartello proposto per ricordare di mantenere

una distanza di sicurezza tra veicolo e ciclista, un metro e mezzo che può salvare la vita, un cartello che non è un divieto, ma un consiglio. Un cartello che si spera venga adottato ufficiosamente in punti strategici della città per sensibilizzare al giusto comportamento stradale. Sensibilizzazione che è stata portata avanti per quanto riguarda il pedone, altro utente debole della strada, ma non per i ciclisti, o almeno non in modo incisivo.  

Ivan Basso, da tempo impegnato per la diffusione della cultura della sicurezza, ricorda che è responsabilità di tutti essere utenti della strada attenti: “Bisogna pensare cosa fare domani. serve tutto, le piste ciclabili, pedonali, ciclopedonali. Ma cosa possiamo fare noi? Possiamo andare in bicicletta e cercare di andare nel modo giusto. Dobbiamo cercare di contagiarci di questo messaggio, ritengo che bisogna parlarne e usare la bici”. Ambasciatori e testimoni della sicurezza stradale, il primo passo è rispettare e far rispettare il “Decalogo di Basso”